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Adinolfi: "Se non facciamo sciocchezze ad aprile, a maggio si può provare a ripartire. L'Europa? Siamo vittime di noi stessi"
03 apr 2020 18:55Altre notizie
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ai microfoni di Radio Bianconera, nel corso di ‘Stile Juventus’, è intervenuto Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia: “Questo mese bisognerà restare nelle tristi condizioni in cui siamo, così com’è stato marzo. Credo che sia necessario continuare con questo tipo di comportamenti per tutto il mese di aprile. Sicuramente la chiusura avrà delle conseguenze, ci sono politici come Renzi che hanno provato a chiedere di riaprire prima di Pasqua, ma non può essere neanche lontanamente pensato. I dati reali dicono che noi complessivamente abbiamo almeno 30mila morti. Uno studio dell’Imperial College ha detto che l’aver interrotto le attività ha salvato 38mila vite, se aprissimo tutto adesso faremmo 100-150mila morti. In tutta la seconda Guerra Mondiale i morti erano stati 150mila, arrivare a così tanti morti in pochi mesi sarebbe insopportabile, quindi continuiamo con la clausura anche se molti aspetti sono terribili. Noi siamo una generazione che non ha mai dovuto attraversare grandi prove, penso ad esempio a mio nonno che a 34 anni si era fatto due guerre mondiali, la guerra di Abissinia, l’epidemia di spagnola e in più una moglie e cinque figli. Ci dobbiamo mettere in testa che è una prova difficile, ma va affrontata”.

Sul calcio: “Sarà molto difficile ripartire, ma se siamo bravi ad aprile e non facciamo sciocchezze ce la possiamo afre. Avrei preferito che il governo avesse prolungato la chiusura fino al 3 maggio. Se per quella data saremo a contagio zero, in quel quadro del genere potremmo immaginare una ripartenza. Il calcio può essere un sollievo importante per la comunità, ma va riaperto in completa sicurezza, a porte chiuse ovviamente. Sarebbe bello veder concludere il campionato, sicuramente apprezzeremo molto un’estate che potrebbe offrirci il finale di Serie A e la Champions League. Non bisogna avere fretta, purtroppo gli italiani tendono ad averla. Dobbiamo essere pazienti”.

Sull’Europa: “È uno degli elementi che va in crisi in quest’enorme vicenda collettiva e andrà in crisi ancora di più se non sarà solidale. Io chiedo all’italiano di ragionare anche con la testa dell’interlocutore europeo, stiamo avendo il numero più alto di morti perché siamo stati sfortunati, ma anche per un deficit strutturale clamoroso. Al 3 aprile stiamo ancora cercando il modo per procurarci le mascherine, abbiamo decine di morti e contagiati tra gli operatori sanitari, abbiamo visto crashare il sito dell’INPS al primo giorno di richieste per il bonus per le partite IVA, inventandosi un attacco hacker che non c’è mai stato. Siamo anche vittime di noi stessi e non possiamo meravigliarci se i Paesi del Nord Europa non vogliono anticiparci dei soldi. Abbiamo una lunga tradizione di soldi scomparsi, dall’Irpinia ad Amatrice. L’Italia non si presenta con le carte in ordine in questa dialettica. Poi è chiaro che ha ragione chi dice che l’Europa non è stata particolarmente solidale e questo è gravissimo. Dobbiamo stare attenti come italiani a capire che noi non ci prepariamo con le carte giuste”.

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Redazione Radio Bianconera
Stile Juventus, rubrica sul mondo Juve a cura di Nicola De Bonis. Ospiti: Gianni Balzarini, Mario Adinolfi, Giovanni Albanese, Xavier Jacobelli, Andrea Bosco. © registrazione di Radio Bianconera