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Capezzone: "Taglio stipendi Juve segno di grande sensibilità. Serve la Serie A a 16 squadre"
30 mar 2020 15:54Altre notizie
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ai microfoni di Radio Bianconera, nel corso di ‘Stile Juventus’, è intervenuto Daniele Capezzone, politico e giornalista: “Il taglio degli ingaggi della Juventus? Avendo lasciato da qualche anno l’impegno politico diretto posso esprimermi in maniera diretta, senza particolari accortezze. Mi sembra una buona notizia, una dimostrazione di sensibilità da parte degli atleti. Spero che altri seguano questa stessa strada. Voglio anche sperare che nessuno alimenti il dubbio che dopo il taglio degli stipendi i giocatori siano pronti alla fuga dalla Serie A. Non mi sembra un argomento serio, anche perché non è che gli altri Paesi europei al momento siano immuni dal Coronavirus. Capisco il sensazionalismo dei media, ma io mi fermerei alla buona notizia senza prospettive cupe o timore che l’uno o l’altro atleta se ne vada. Andare in Spagna o in Inghilterra tra qualche mese non credo offra nessuna garanzia”.

È possibile provare a ripartire con il calcio alla metà di maggio, magari a porte chiuse?
“Io questo non lo so, posso solo augurarmelo da spettatore. Mi sento di escludere la presenza degli spettatori negli stadi, questo mi sembra chiaro, ma spero che in una forma o nell’altra si possa riprendere. Mi sento di dire da sportivo che la stagione va completata con l’assegnazione dei titoli in Italia e in Europa. Io non sono dell’idea che si debba annullare tutto, a meno di scenari disastrosi che ovviamente ci auguriamo di non vedere. Mi permetto di avanzare anche una piccola proposta che mi pare sia popolare tra i tifosi e impopolare tra le squadre, ovvero che da questa vicenda si possa prendere lo spunto per tornare alla Serie A a 16 squadre. Se a metà maggio si riesce a ripartire e a luglio si chiuderà la stagione, non puoi avere altri 2-3 anni di calendari ultra-compressi per cui se salti una domenica per qualche ragione diventa impossibile recuperare. Bisogna risolvere questo problema riducendo il numero delle squadre e di conseguenza alzando anche il livello del campionato. Sarebbe una cosa coraggiosa da fare, anche se va contro gli interessi di alcune squadre. Non si possono far contenti tutti, se vuoi fare una frittata qualche uovo dovrai romperlo”.

Le conseguenze sui piccoli club?
“Ho l’impressione che alcuni non abbiano capito quello che sta succedendo, questa cosa riguarderà la totalità delle piccole imprese. Se non si fa un intervento robusto buona parte dei negozi che sono stati chiusi non riapriranno, oppure si ritroveranno a giugno a fare i conti con una serie di adempimenti fiscali insostenibili. Bisogna adottare delle soluzioni che valgano per tutte le realtà imprenditoriali e associative, io mi permetto di indicarne due: la prima è la sospensione per tutto l’anno di tutte le scadenze fiscali e contributive, la seconda è una garanzia pubblica offerta alle banche che possano aprire delle linee straordinarie di liquidità. Il punto fondamentale è che ci sia una garanzia pubblica, lo stato deve dire alle banche che le erogazioni che faranno sono garantite, ovviamente sperando che tutti possano presto avere una ripartenza, dal negozio sotto casa alle grandi società sportive”.

Servirà il contributo dell’Europa.
“Quello che sta accadendo grida vendetta, è incredibile che l’unico a pronunciare parole decorose sia stato il primo ministro albanese. Dopo tante gaffe in Europa l’unica decisione sensata è stata quella della BCE che dovrà acquistare senza limite i titoli di debito degli stati membri”.

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Redazione Radio Bianconera
Stile Juventus, rubrica sul mondo Juve a cura di Nicola De Bonis. Ospiti: Daniele Capezzone, Amedeo Carboni, Beniamino Vignola, Giovanni Albanese, Franco Leonetti, Andrea Bosco, © registrazione di Radio Bianconera